Amor proprio e amore collettivo
C’era una volta Zeus, il padre degli dei, e le altre divinità.
Quando arrivò il momento di far nascere le stirpi mortali fu ordinato a Prometeo ed Epimeteo di distribuire loro le facoltà naturali.
Epimeteo diede ad alcuni animali gli artigli, ad altri le vie di fuga come il volo -fight or flight response-, rese alcuni forti, altri veloci, li protesse dal caldo e dal freddo e assicurò possibilità di nutrimento per fare in modo che nessuno si estinguesse.
All’uomo, allora, non rimase davvero nulla.
Prometeo cosi’ cerco’ di intervenire e fece un gran furto per l’uomo, prendendo dal dio Efesto il fuoco e la perizia tecnica.
Il fuoco per nutrirsi e la perizia tecnica per costruire case, coltivare campi e articolare la voce.
Con questi strumenti gli uomini capirono che dovevano avvicinarsi gli uni agli altri per difendersi dalle belve feroci.
La vita comune, tuttavia, determinava la vittoria di pochi e la sconfitta di molti con il conseguente ritorno alla solitudine.
Zeus intervenne nuovamente e mandò Ermes, il messaggero degli dei, a portare agli uomini altri due doni, quelli del rispetto e della giustizia.
Nacque così la vita politica alla quale, sempre per idea divina, TUTTI, furono caldamente invitati a partecipare.
A questa storia-mito, ricordato come mito di Prometo o del fuoco, i Greci attribuivano la nascita della civiltà e della democrazia. Da un punto di vista di icona ci viene spontaneo associare la democrazia al fuoco, cioè alla partecipazione collettiva.
Altro elemento caro alla mitologia e’ quello dell’acqua, da cui nacque Narciso.
La sua bellezza era tale da far innamorare uomini, donne e divinità.
Quando però a Narciso, all’eta’ di sedici anni capito’ per caso di specchiarsi in una profonda pozza, si innamorò della sua immagine. Compresa l’impossibilità di toccarla e quindi possederla si lascio’ morire nella stessa acqua da cui era nato, nel pieno dei suoi anni.
Siamo tutti figli di Prometeo e di Narciso, abbiamo creato un mondo che contiene in sé gli elementi di entrambi i miti.
C’è in noi il fuoco di una dimensione collettiva ma anche l’acqua di amor proprio a volte sconfinante in mosse di autocompiacimento cieche e kamikaze.
Come si fa a non affogare nel proprio riflesso come Narciso? Come mettere d’accordo l’acqua con il fuoco della passione politica e collettiva?
Attraverso il cambio del sistema di riferimento in una dimensione che non solo guarda compiaciuta il proprio riflesso, ma si predispone all’ascolto attivo dell’altro e si impegna a interpretarne i bisogni per il bene collettivo.